L’innovazione costa tanto solo se NON la fai

Uno dei primi workshop di venerdi è stato con Twig, una realtà che da ormai due anni collabora con Medie e grandi aziende per implementare il loro sviluppo digitale.

Cosa significa innovare? Il concetto sembra chiaro. L’innovazione appare essere un processo in cui una serie di sistemi e visioni vengono aggiornate e penetrate da nuove concezioni e modelli di sviluppo.

Sia che l’innovazione sia fisica (macchine più moderne e performanti, sistemi di produzione energetica  a basso impatto ambientale etc.) che immateriale (modi di pensare, nuovi schemi mentali, processi produttivi più efficienti etc…) il timore che attanaglia sempre le aziende, ancor di più le PMI è il costo.

Il maggior nemico dell’innovazione non è la mancanza di risorse ma un antico modo di pensare, forse maggiormente radicato nelle Piccole e medie imprese. Un concetto tanto semplice quanto mortale: “innovare costa molti soldi”.

Il workshop di Twig di oggi ha facilmente sfatato questo mito.

Partiamo dall’inizio. Innovare costa? Di certo non è gratis. Implica una serie di passaggi, di analisi che hanno un costo ora-uomo misurabile.

L’innovazione costa una fortuna? No. O meglio dipende da quello che si vuole.

La percezione che l’innovazione offre di sé negli ultimi anni, a traino della industria 4.0, è che si debba spendere in macchinari all’avanguardia per produrre meglio e di più.

In parte questo è vero. Lo stesso progetto dell’ex Ministro Calenda industria 4.0, con tutti gli ammortizzamenti del caso, di sicuro ha aiutato molte pmi a svecchiare il loro parco macchine.

Tuttavia l’innovazione non significa solo comprare un nuovo macchinario.

Se non si ha una visione d’insieme, su come integrare il nuovo macchinario, utilizzarlo e valorizzarlo al meglio, non si va da nessuna parte.

Per fare un esempio semplice è come se si decidesse di comprare una Ferrari, che può andare da Como a Milano in 5 minuti, mentre il macchinario precedente (si ponga una fiat 500) impiegava 30 minuti per fare lo stesso tragitto.

All’apparenza la nuova macchina, più innovativa, permette di fare la stessa strada in meno tempo.

Tuttavia il percorso mentale di innovazione non si deve fermare al “ho comprato una macchina più performante”.

Ci deve essere un’intera visione mentale che ponga l’imprenditore a domandarsi “Ok ho la macchina che mi fa fare il percorso di prima in 5 minuti invece che 30. Con quei 25 minuti di tempo risparmiato cosa posso fare di più?”.

Se una macchina nuova è più veloce e consuma meno è un bene ma la pmi si deve domandare cosa può fare di più- cosa può fare con maggior flessibilità rispetto alla macchina precedente.

Il percorso di innovazione non parte dalla macchina nuova ma da una filosofia che spinge i decisori della Pmi ad esplorare nuovi mercati.

Per fare un esempio estremo un signore che prima produceva software (Bill Gates) ora, tra le altre cose, vende anche Wc.

Ovviamente l’innovazione non è andare a vendere WC, ma è un percorso mentale che deve portare l’imprenditore a valutare multipli scenari.

Tutto questo ha un costo?

Sicuramente ha un costo nell’acquisto di macchinari ma, ancora più importante, è il costo in termini di il tempo. Il tempo di pensare a una visione più amplia della propria sfera lavorativa.

Molte PMi, gestite in modo diretto e spesso accentratore, mancano del tempo di concedersi del tempo per pensare.

Attendere un evento per acquisire nuovi punti di vista è un dovere, non un opportunità. Questa è la sfida che da due anni, dopo il successo dell’anno scorso, si è posta Innova Impresa. Uno spazio dove gli imprenditori possono analizzare e toccare nuove macchine. Un luogo ricco di workshop che permettono di comprendere e fare proprio un percorso d’innovazione, declinato in decine di seminari e prove pratiche fondamentali per capire cosa serve per innovare.

Innovare in se non costa. Ma il costo di non innovare potrebbe essere molto alto in un futuro prossimo.

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